domenica 24 febbraio 2013

Ci sono altre priorità

Alla fin della fiera è perfettamente logico, più che paradossale, che chi ha sempre votato pensando al proprio interesse, abbia dato potere a soggetti che poi, in fatto d'interessi, hanno sempre badato solo ed esclusivamente ai propri.
Perché se c'è una cosa che proprio mi manda in bestia è quella maledetta frase che viene tirata fuori ogni volta che un discorso di politica cade su un argomento che non interessa minimamente uno dei presenti: "sì però, ci sono altre priorità...". 
E succede sempre, inevitabilmente, quando si finisce a parlare di cose come: cittadinanza ai figli degli immigrati, matrimonio tra persone dello stesso sesso, testamento biologico, fecondazione assistita, eutanasia, cambiamento del nome e del sesso anagrafico per le persone transgender, amnistia per migliorare le condizioni dei carcerati, ... cose così, che vengono percepite come questioni che riguardano determinate categorie, minoranze fra l'altro, e condizioni personali e sociali di relativa importanza, che quindi non necessitano di una risoluzione urgente.
E scusate ma mi viene da dire: che cazzo ne sapete voi? Su cosa vi basate per dire che determinati diritti non riconosciuti o negati non fanno la differenza nella vita di quelle persone? La risposta è tristemente semplice: non vi riguarda. (Pensate.)



Per quale motivo una persona nata e cresciuta in Italia, figlia di immigrati, non deve poter scegliere i suoi rappresentanti esercitando il diritto di voto? Non pensate cosa significherebbe per un figlio di un immigrato che dovesse trovarsi senza lavoro e arrestato per un qualsivoglia reato, rischiare di essere "rimandato indietro": indietro dove? non ha mai messo piede in quello che vi ostinate a chiamare "il suo Paese", non è nessuno nella terra natale dei suoi genitori, non è cittadino nemmeno là, probabilmente verrebbe di nuovo "rimandato indietro", qui, in Italia. Come la mettiamo? Non sto inventando niente, storie vere, conseguenze della legge Bossi-Fini.

Come volete che si inserisca nella società, nel mondo del lavoro, Cristina, che sulla carta si chiama Mario? 

Vogliamo aspettare altri casi Englaro-Welby per iniziare a regolamentare il limbo del fine-vita? Si parla tanto di "liberalizzare", ma soltanto in economia, almeno quando si tratta di svendere società pubbliche. I diritti non si liberalizzano, mai. La libertà di scelta va difesa solo per i soggetti economici, il principio di autodeterminazione dell'individuo non conta. Li chiamano "temi eticamente sensibili": i finanziamenti alla guerra in Afghanistan invece sono normale routine. Li approvano, ogni sei mesi, senza dire niente, con i vostri soldi (anche quelli dell'Imu, a cui tenete tanto). Ma ormai li avete votati, e li rivoterete ancora, perché il voto deve essere strategico, giusto? Perché noi ripudiamo la guerra, però compriamo gli aerei per bombardare, poi tagliamo la spesa per la sanità, è strategico!

Mi fareste capire perché Ingrid e Lorenza, se decidessero di convivere e condividere tutto quello che il futuro riserva loro, non dovrebbero essere riconosciute dallo Stato come una coppia, come una famiglia, con tutti i diritti annessi? E non è mica un problema di eredità o reversibilità della pensione, benché anche queste abbiano il loro valore. Si parla di diritto all'assistenza del coniuge, di figli. Figli: perché, che siate d'accordo o meno, queste famiglie esistono già, e non è impedendo l'adozione al genitore non biologico che difenderete "la famiglia", né la vostra, né la loro. Renderete solo più difficile questo processo. 

Se democrazia significa qualcosa, significa garantire i diritti di tutti, soprattutto di chi non li può difendere con la forza del numero o dei soldi o di una presunta superiorità morale.
Vi chiedo, per favore, di non fare i D'Alema, di non dire più quella maledetta frase "ci sono altre priorità", siate onesti almeno: dite "sono contrario" oppure "guarda, di questa roba non me ne frega un cazzo" (che poi è la stessa cosa).
E tenete presente, sotto elezioni, che i politici che usano quella frase lì per quella gente lì, poi, quando saranno in parlamento, la useranno anche quando si tratterà delle vostre priorità, perché a quel punto, le loro saranno altre.
E' la conseguenza della stratificazione sociale che si realizza tramite leggi inique, che creano caste di privilegiati, cittadini di serie A, cittadini di serie B e non-cittadini.

Quando votate pensando solo al vostro tornaconto, quando pensate che i diritti degli altri non sono affare vostro, ricordate che da qualche parte dove si difendono privilegi e si negano diritti, c'è sicuramente qualcuno che la pensa come voi. Dopo è inutile lamentarsi se non ci sono fondi per le pensioni, se la scuola pubblica cade a pezzi, se in ospedale ti tengono un giorno e poi ti devi arrangiare... "ci sono altre priorità".



Oltre alla satira di Altan, ci sono concetti che Mauro Biani sa riassumere e approfondire magnificamente in una vignetta, per esempio:
- sull'ipocrisia di certi slogan elettorali: indovina chi è l'ultimo?
- sulla capacità di distinguere la giustizia dall'ingiustizia: indifferent class
- sul concetto di uguaglianza e responsabilità: involuzione dell'indignazione
- su un interrogativo che resterà irrisolto: con che criterio date il voto?
Su una cosa non c'è dubbio, se c'è qualcuno che può salvare il mondo, sono i vignettisti.

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