venerdì 19 agosto 2011

Priorità da rivedere

Qualcuno ha affermato che "dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro è come dire che un ingegnere non può costruire una strada per mancanza di chilometri". Logico, no? I chilometri servono soltanto per misurare la lunghezza della strada, non per costruirla. I soldi misurano il valore di un libro, di uno stereo, di un ospedale, ma il vero valore sta nel libro, nello stereo, nell'ospedale. La moneta quindi serve per misurare il valore dei beni esistenti. Abbiamo perciò due tipi di ricchezza: quella reale (i libri) e quella monetaria (i soldi rimasti nel portafoglio).
Siccome il valore della moneta è creato dalla convenzione sociale, non ha importanza la materia attraverso la quale si manifesta il denaro, tant'è vero che noi utilizziamo banconote di carta o addirittura simboli elettronici, che per essere prodotti richiedono un costo pressoché nullo.
In un sistema economico logico quindi, se ci fosse bisogno di un ospedale, lo Stato stamperebbe una quantità di moneta pari al valore dell'ospedale appena creato. Come l'ingegnere che per misurare la nuova autostrada avrà bisogno di un metro più lungo, il popolo avrà bisogno di più moneta perché il valore dei beni reali esistenti è aumentato.
Nella realtà non funziona così. Perché, in Italia, come in Gran Bretagna, come in Francia, e via dicendo, non sono gli Stati ad emettere moneta, ma la Banca Centrale Europea, che è indipendente dai governi politici degli Stati membri.
Il problema è che la banca centrale emette moneta in un solo modo: prestandola. Lo Stato italiano è costretto ad indebitarsi con la BCE per poter disporre di nuovi simboli monetari.
Come è possibile? Un tempo le banche centrali gestivano le riserve di oro ed emettevano titoli di credito rappresentativi delle pepite d'oro che restavano al sicuro nelle casseforti delle banche. Con il passare degli anni questo oro non bastava più nella nuova economia per misurare il valore delle merci e dei servizi che venivano scambiati ormai a livello mondiale, così si decise di abolire la riserva aurea: da quel momento la moneta non ebbe più altra base se non la fiducia di chi la utilizzava.
Le banche centrali però continuarono ad emettere le banconote come se fossero ancora dei titoli di credito, con una piccola differenza: a quel punto le banconote erano diventate false cambiali. Il proprietario della moneta, creditore apparente, divenne così vero debitore nei confronti del governatore della banca che emetteva moneta prestandola.
Dato che, come ha spiegato Auriti (e come suggerirebbe la logica) tutti possono prestare moneta tranne chi la emette, altrimenti la moneta diverrebbe non più oggetto di debito, ma debito essa stessa, ci ritroviamo oggi in una specie di trappola per topi: la moneta che utilizziamo, lungi dall'essere un valore, è in realtà un debito verso le banche centrali, che lucrano sulla differenza tra il costo (quasi nullo) di produzione e il valore nominale della moneta.

Alla luce di queste "nuove" considerazioni sarebbe auspicabile un riadattamento della nostra scala di valori. Se tutta la moneta è debito, vogliamo ancora perdere tempo a parlare di auto blu, falsi invalidi, stipendi dei parlamentari, ... eccetera eccetera? Mentre le tv e i giornali parlano continuamente dei privilegi della casta per dirottare la rabbia del popolino su problemi secondari, lo Stato, privo di sovranità monetaria e di conseguenza privo di qualsiasi potere, esegue perfettamente le direttive dei banchieri e procederà a ulteriori privatizzazioni e svendite dei beni pubblici. Evidentemente qualcuno preferisce lasciarsi derubare mentre se ne sta in salotto a parlare dell'ultima escort di Berlusconi o di quanto spendono a pranzo i deputati. 
E' come se andaste in banca e, dopo aver accettato un mutuo all'80% di interesse, vi incazzaste perché la quindicesima del tizio che sta allo sportello è il doppio del vostro stipendio. Fessi due volte.
La domanda è: se aveste cinque minuti in televisione parlereste delle auto blu e del menù di Montecitorio o del signoraggio bancario che ci rende schiavi di un debito pubblico non dovuto?
"Loro" contano sul fatto che, su 1000 persone che potrebbero leggere questo articolo, 999 continueranno a ragionare come prima. Perché "così fan tutti", perché "sul mio libro di scienze delle finanze c'è scritto che è normale che non pagheremo mai il debito pubblico perché è talmente enorme che è impossibile", perché "l'evasione fiscale ruba un sacco di soldi allo Stato", perché "pensa cosa succederebbe se i nostri politici gestissero la moneta", perché chissenefrega.

martedì 9 agosto 2011

Manuale d'uso per una vera Rivoluzione

"Oggi la moneta nasce di proprietà della banca che la emette prestandola ai cittadini. Noi vogliamo che nasca di proprietà dei cittadini e che sia accreditata ad ognuno come "reddito di cittadinanza."  Giacinto Auriti
Come nasce il valore della moneta? Chi lo crea? Perché gli Stati sono indebitati con le banche centrali? Lo ha spiegato Giacinto Auriti, docente e fondatore della facoltà di giurisprudenza dell'Università di Teramo, nel libro "Il paese dell'utopia", disponibile gratuitamente in rete.

Definizione di moneta 
 
Tutte le scuole economiche non hanno ancora capito cos'è la moneta. Per questo o negano che la moneta sia un bene economico (nichilismo monetario) e la considerano come un “nulla” o uno strumento neutro nello scambio, oppure la definiscono in termini di debito/credito. Se fosse vera la prima ipotesi, per noi dovrebbe essere indifferente avere denaro in tasca o non averne e dovremmo rimettere in libertà tutti i ladri perché avrebbero rubato “nulla”. Se fosse vera la seconda un debito di denaro sarebbe un debito di un debito, quindi un nonsenso.
La moneta è invece un bene reale, in quanto misura del valore e quindi valore della misura.
La moneta è misura del valore. Poiché ogni unità di misura ha in sé la qualità che deve misurare, così come il metro ha necessariamente la qualità della lunghezza, la moneta ha necessariamente la qualità del valore, perché misura il valore.

Definizione di valore

L'altro errore sta nell'aver concepito il valore come dimensione dello spazio, in seguito ad una concezione materialistica del valore. Mentre lo spazio è solo presente, tutto il resto è tempo.
Il valore è un rapporto tra fasi di tempo, il rapporto tra il momento di previsione e il momento previsto. Noi accettiamo moneta contro merce, sapendo che potremo riutilizzare moneta contro merce.
Dopo queste premesse si spiega come tutti i monetaristi, dopo aver accettato all'unanimità la definizione della moneta come misura del valore si sono limitati a definirla come mero strumento di scambio, andando alla ricerca del valore monetario al di fuori della moneta.
Quando si parla dell'oro e del cosiddetto valore intrinseco come se fosse una proprietà insita nel metallo, ci si dimentica che anche l'oro ha valore perché ci si è messi d'accordo.
Il valore della moneta è quindi sempre un valore indotto, frutto di una convenzione sociale. Poiché la convenzione è una fattispecie giuridica ed ogni unità di misura è stabilita per convenzione, la materia prima per creare moneta è la stessa che serve a creare fattispecie giuridiche: spazio e tempo.
Lo spazio è la materia con cui il simbolo monetario si manifesta. Il tempo è la previsione della possibilità di comprare.

Indotto fisico e indotto giuridico


Mentre il valore del credito è commisurato al valore dell'oggetto del credito, il valore convenzionale è creato dalla stessa convenzione e la sua entità è liberamente concepita dall'accordo tra le parti. Nasce così un valore che non ha altro costo che l'attività mentale delle parti e l'elemento materiale necessario alla sua manifestazione formale.
    Come nell'indotto fisico nasce energia elettrica quando comincia la rotazione della dinamo, analogamente nasce il valore monetario all'atto dell'emissione nelle mani dell'accettante perché ne prevede la ulteriore cessione e circolazione nell'indotto giuridico.”
Distinzione tra valore creditizio e valore monetario

E' tempo ormai di uscire definitivamente dall'equivoco che spaccia sotto la parvenza di valore creditizio il valore monetario.
Quando si è preteso di giustificare il valore monetario sulla base della riserva d'oro confondendo e spacciando sotto la parvenza di valore creditizio il valore indotto, si è configurata la moneta non come misura del valore, ma come titolo di credito rappresentativo della riserva. La moneta non è credito, ma oggetto di credito.
Del resto, se fosse vero che la riserva serve a conferire valore alla moneta, dopo la cessazione degli accordi di Bretton Woods il dollaro avrebbe dovuto perdere totalmente il suo valore, mentre così non è stato.
Differenze fondamentali tra moneta e credito:
1) il credito si estingue col pagamento, la moneta continua a circolare dopo ogni transazione eseguita, perché come ogni unità di misura è un bene ad utilità ripetuta;
2) il valore del credito è sottoposto al rischio dell'inadempimento, mentre il valore monetario è attuale e certo, essendo per induzione giuridica bene reale, garantito come oggetto di diritto di proprietà;
3) nel credito prima si vuole il precetto normativo, poi lo si manifesta; nella moneta prima si crea la manifestazione formale, cioè i simboli monetari, poi le si attribuisce il valore all'atto dell'emissione.
4) il valore del credito è causato dalla promessa del debitore, il valore della moneta è prodotto dall'accettazione del primo prenditore, perché egli sa, come membro della collettività, che sarà accettata da tutti come convenzione monetaria.

Il valore della moneta è creato da chi l'accetta, non da chi la emette. Oggi la moneta è emessa sotto forma di falsa cambiale. Il governatore della banca centrale, sottoscrivendo il simbolo monetario, induce la collettività nel falso convincimento che sia lui stesso a creare il valore monetario.



Nella relazione al disegno di legge sul conto intrattenuto dal Ministero del Tesoro presso la Banca d'Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri il 10 febbraio 1993, è contenuta una preziosa dichiarazione, rara per la sua impudente sincerità: 
La ratio di queste disposizioni è evidente: garantire la piena indipendenza delle Banche Centrali e della Banca Centrale Europea, nella gestione della politica monetaria … In conseguenza non è consentito agli esecutivi degli Stati firmatari del Trattato, di esercitare signoraggio in senso stretto: ovvero di appropriarsi di risorse attraverso l'emissione di quella forma di debito inesigibile che è la moneta inconvertibile di corso legale” 
Dunque: 
1. esistono risorse che non sono di chi se ne appropria, altrimenti non sarebbe possibile appropriarsene; 
2. mentre non è consentito a nessuno di appropriarsi di risorse altrui, ciò è consentito per legge alle Banche Centrali, che emettono debito inesigibile.
Le “risorse” di cui si parla qui non sono altro che il valore indotto della moneta creato dalla collettività.
In tal modo la banca centrale non solo espropria ed indebita la collettività nazionale del suo denaro, ma pone le premesse per usurpare tramite la sovranità monetaria la stessa sovranità politica. 
La moneta come bene reale può essere oggetto di debito e di credito ma non debito essa stessa. Ecco perché tutti possono prestare moneta tranne chi la emette.
Una volta dimostrato che la moneta ha valore indotto causato dalla convenzione sociale, approfittando del fatto che l'emissione della cambiale è prerogativa del debitore, le banche centrali apparendo come debitori di false cambiali, si sono arrogate il potere di esercitare signoraggio per appropriarsi di risorse monetarie, espropriando e indebitando la collettività.
E' questa la grande usura intuita da Pound. Le banche centrali infatti chiedono agli Stati degli interessi sui prestiti concessi, interessi non dovuti dal momento che l'unico lavoro compiuto dal banchiere è quello tipografico.

"Il sistema moderno per imporre la schiavitù è il debito. L'usura è uno strumento per accrescere il debito, e per tenere il debitore indebitato per sempre o almeno per il tempo più lungo possibile.
È nera ipocrisia cianciare di libertà a meno che in essa non sia compresa la libertà di non indebitarsi.”  [Ezra Pound, L'ABC dell'economia]
Auriti ha denunciato Ciampi e Fazio per truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio. Il Procuratore generale aggiunto della Procura della Repubblica, Ettore Torri, ha convenuto che qui sussisterebbero gli estremi dell'elemento materiale della truffa, mancherebbe l'elemento psicologico del dolo. Le banche centrali hanno raggiunto un tale grado di professionalità della truffa da aver consolidato il convincimento di avere il diritto di farla.

Oggi l'uomo lavora per pagare debiti in una situazione di cronica insolvenza. Pretendere nell'attuale sistema di pagare un debito di denaro con denaro è come pretendere di pagare un debito con un altro debito. Non è possibile.”

Conclusioni


Tutto il denaro in circolazione è gravato di debito verso la banca centrale che lo emette in un solo modo: prestandolo. Per liberarci dalla schiavitù del debito e poter tornare ad una dimensione umana dobbiamo dichiarare la moneta di proprietà del portatore all'atto dell'emissione.
Potrebbe sembrare una rivoluzione impossibile o una teoria folle e strampalata, proprio come le teorie copernicane sul sistema eliocentrico devono essere apparse all'epoca.
Ma noi abbiamo una risorsa che mancava a Copernico: internet, un'arma che unita alla verità e alla necessità di questa rivoluzione monetaria potrebbe aiutarci a far sì che il cambiamento richieda tempi meno lunghi. Siamo nani sulle spalle di giganti.